mercoledì 10 marzo 2010

Parliamo di CERAMICA RAKU

La nevicata di questo mese di marzo è stata la più abbondante di quest'inverno, speriamo che sia anche l' ultima!  Allontaniamo il freddo con una buona tazza di te, prepariamola con calma e prima di bere respiriamo a fondo il suo profumo. A me piace il te all' arancio, bergamotto o limone.... mi raccomando la tazza , deve essere di ceramica, in questi momenti cerchiamo di abolire la plastica.  Ora possiamo parlare del Raku.

La ceramica Raku è un'antica tecnica giapponese, molto particolare per i suoi effetti cromatici con riflessi argentei o dorati. 
Questa tecnica ha origine nel XVI sec. ed è legata alla cerimonia del tè, che, a sua volta nasce dalla filosofia Zen, dal buddismo.
Raku significa essere in armonia con tutto e tutti .
Il tè era molto raro e veniva usato dai monaci buddisti per vegliare durante le meditazioni.
Come tutto ciò che è raro , anche il tè si diffuse velocemente fra i nobili e le classi più elevate, tanto che nacque una vera e propria cerimonia del tè.
Questa bevanda profumata veniva offerta con regole molto sofisticate ed anche complesse, che miravano a creare un'atmosfera di pace e serenità fra l' ospite ed il padrone di casa.
Questo ricercare e infondere serenità apre la strada all'arte di disporre i fiori, Ikebana , o i giardini e naturalmente si cominciano a creare tutti gli utensili, tutti gli oggetti che accompagnavano questa cerimonia.
La consuetudine di offrire il tè si diffuse molto rapidamente in ogni classe sociale e, ben presto aumentò la richiesta di ceramiche, dalle ciotole per gustare la bevanda, ai contenitori per le foglie, a quelli per l'acqua e via via fino ai vasi per i fiori e ai piatti per il cibo.
Tutto il vasellame utile per la cerimonia del tè doveva avere determinati requisiti, anche estetici che rispecchiassero la filosofia  Zen.
Si racconta che in quei tempi i principi preferivano avere in dono dai loro feudatari degli oggetti creati da ceramisti famosi piuttosto che appezzamenti di terreno.
Il Raku nasce in questo clima  : un ceramista che aveva sempre prodotto tegole, decise di produrre ciotole per il tè, vista la grande richiesta... usò la stessa argilla che usava per le tegole, quella refrattaria, quindi più ricca di sabbia e meno delicata, e cominciò la produzione di ciotole.
La richiesta di ciotole continuava a crescere e , per soddisfarla, cominciò ad estrarre le ciotole ancora calde dal forno, naturalmente usando delle lunghe pinze di ferro.
Solo usando argilla molto refrattaria si può sottoporre un oggetto a questi sbalzi di temperatura: alta temperatura e rapido raffreddamento.
A grandi linee la tecnica Raku è tutta qui, in realtà ogni ceramistaha personalizzato la sua tecnica per ottenere risultati sempre più soprendenti.
Molti anni fa ho seguito un corso di Raku, ho plasmato degli oggetti con argilla adatta, refrattaria, questi oggetti sono stati cotti una prima volta in un normale forno elettrico da ceramista, poi li ho colorati  grossolanamente con ossidi, carbonati, sali metallici, solfati ... un po' li ho mischiati fra loro senza sapere bene cosa ne sarebbe uscito...
Ricordo che l'ossido di rame era un bel colore verde, alla fine era diventato rosso, viceversa l'ossido di cromo da rosso scuro era diventato verde giallo, ricoperti con uno smalto o una vetrina possono cambiare ancora.        Poi gli oggetti furono messi in un forno , sempre per ceramica, quindi che raggiungeva alte temperature, ma a gas.  In breve tempo il forno raggiuse la giusta temperatura: quando tutti gli oggetti furono incandescenti e gli smalti raggiunsero il loro punto di fusione, aprimmo il forno e con le apposite pinze  li recuperammo .
A questo punto ogni ceramista può agire come vuole ed ottenere risultati molto diversi....
Quel giorno avevamo preparato un contenitore pieno di segatura e paglia,  abbiamo messo lì i nostri pezzi incandescenti per ottenere la riduzione, immediatamente la paglia prese fuoco e ne aggiungemmo altra, finchè decidemmo che era arrivato il momento di interrompere la riduzione, riprendemmo l'oggetto con le pinze elo tuffammo in un recipiente pieno di acqua.
I pezzi avevano dei colori molto particolari, lucenti , argentei e fumosi.... diversi l'uno dall'altro a seconda del tempo lasciato in riduzione, del raffreddamento in acqua o con sola aria.
Questa tecnica può variare in mille modi  anche per improvvisazioni del ceramista, si fa generalmente all' aperto e soprattutto se di notte, è uno spettacolo unico , veramente da non perdere !

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